Con l'espressione dār al-Islām (دار الإسلام , letteralmente "Casa dell'Islam") la cultura islamica identifica i territori che sono sottoposti all'imperio politico e giuridico dell'Islam, dove i musulmani possono compiere gli obblighi loro richiesti in quanto credenti, in particolare lo svolgimento dei cinque pilastri dell'Islam. Rientra nella teoria islamica della ripartizione territoriale del pianeta, basata su principî confessionali e di extraterritorialità. Partendo dall’assunto che l’obiettivo dell’Islam sia l'intero pianeta, la giurisprudenza islamica (non la teologia islamica) suddivide il mondo in dār al-Islām e dār al-ḥarb ("Dimora della guerra").
Nella dār al-Islām hanno diritto di vivere e operare solo i musulmani e, con diverse limitazioni (come ad esempio il divieto di proselitismo e di erigere nuove chiese o monasteri) gli appartenenti alle cosiddette religioni "del Libro" (Ahl al-Kitāb) mentre ne sono esclusi i politeisti e gli atei. Questa non è più una realtà da quando il mondo islamico ha assunto un assetto nazionale analogo a quello dell'Occidente cristiano, anche se seguita a non essere consentito costruire templi dedicati a divinità di religioni considerate politeistiche dall'Islam.
Le limitazioni civili per quest'ultima si restringono all'impossibilità di appellarsi alle magistrature islamiche e di comandare eserciti formati da musulmani (cosa che invece fu permessa a Sir Glubb Pascià in Transgiordania, comandante della Legione Araba fra la prima guerra mondiale e gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale).
Bibliografia[]
- Alberto Ventura, "L’Islam sunnita nel periodo classico (VII-XVI secolo)", in Islam, a cura di G. Filoramo, Roma-Bari, Laterza, 2007, pp. 77-202.
- Nicola Melis, Trattato sulla guerra. Il Kitāb al-ğihād di Molla Hüsrev, Cagliari, Aipsa, 2002.
Voci correlate[]
- Panislamismo
- Panarabismo
- Storia dei popoli islamici
- Stato islamico
- Califfato
- Mondo islamico
- Mondo arabo