Secondo il fiqh (ma non la teologia), la Dar al-Ḥarb, (دار الحرب ); alla lettera “dimora della guerra”, è il territorio esterno alla dār al-Islām, abitato da non musulmani, che sono chiamati tecnicamente ḥarbī. Questi sono divisi in diverse categorie: kāfir - politeisti (mushrik) o apostati (murtadd) - e kitābī se appartenenti a una delle religioni monoteistiche (Ahl al-kitāb). Nella Dār al-Harb, i dhimmī (cristiani, ebrei, zoroastriani e fedeli di qualche altra religione, come gli induisti, considerando che gli indù sono politeisti solo formalmente, perché i due dèi principali Shiva e Visnù sono emanazioni dell'unico vero Dio trascendente Brahman, nome indiano equivalente all'arabo Allah, i buddhisti, i mandei, sikh, i bahai, normalmente residenti in terra d’Islam a seguito di un patto detto dhimma) non godono più della protezione e della libertà di culto (derivanti dall’accordo della dhimma) di cui beneficiano nella dar al-Islam.
Va comunque sottolineato che tali distinzioni appartengono alla discussione sviluppatasi in età islamica classica e che oggi essa non ha più motivo di essere riproposta, salvo da parte di chi auspica un ritorno a un autoreferenziale Islam delle origini.
- « La dottrina islamica contemporanea tende a considerare la contrapposizione tra dār al-Islām e dār al-ḥarb come superata: la esistenza di trattati e istituzioni internazionali universali impone di considerare i paesi non musulmani come dār al-ʿahd, almeno in assenza di uno stato di guerra effettiva. »
Roberta Aluffi Beck-Peccoz, s.v. «Dār al-Islām», in Dizionario dell'Islam (a cura di Massimo Campanini), Milano, Rizzoli, 2005, p. 83
Bibliografia[]
- Alberto Ventura, "L’Islam sunnita nel periodo classico (VII-XVI secolo)", in Islam, a cura di G. Filoramo, Roma-Bari, Laterza, 2007, pp. 77-202.
- Nicola, Melis, Trattato sulla guerra. Il Kitāb al-ğihād di Molla Hüsrev, Cagliari, Aipsa, 2002.
- Majid Khadduri, War and Peace in the law of Islam, Baltimore, Johns Hopkins Press, 1955.
- Louis Gardet, La Cité musulmane. Vie sociale et politique, Parigi, Vrin, 1954.