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Lo Sciismo viene normalmente distinto in tre grandi filoni: quello maggioritario dei Duodecimani (o Imamiti), quello degli Ismailiti (o Settimani) e quello degli Zayditi, oggi quantitativamente il più esiguo.

Storia[]

Nel mondo sciita, dopo la morte dell’Imam Jaʿfar al-Ṣādiq nel 765 vi fu una scissione, determinata dalla morte dell'erede designato, Ismāʿīl, e dalla successiva designazione di suo fratello Musa al-Kazim.

Una parte dei seguaci di Ismāʿīl - per questo chiamati Ismailiti - affermò tuttavia che egli non era morto ma che era entrato in "occultamento" (ghayba) per tornare alla fine dei tempi come Mahdi e restaurare il puro Islam delle origini. Avendo dichiarata esaurita la successione degli Imam al settimo Imam (Ismāʿīl b.Jaʿfar al-Ṣādiq), furono anche chiamati "Settimani".

Gli sciiti che non seguirono Ismāʿīl ritennero che il vero Imam dopo Jaʿfar fosse il figlio Mūsā al-Kāẓim, poi il nipote Ali al-Rida. L’undicesimo Imam, al-Hasan al-Askari, morì presumibilmente nell’874 e a lui succedette il figlio Muhammad al-Mahdī. La minore età di quest'ultimo e la sua morte nel campo di sorveglianza in cui era tenuto dalle autorità abbasidi a Samarra misero fine alla discendenza ma i suoi seguaci, al pari di Ismāʿīl, affermarono che il giovinetto non era morto e che si era invece nascosto ai suoi persecutori per ritornare alla fine dei tempi in veste di Mahdi. Avendo dichiarata esaurita la successione degli Imam al dodicesimo Imam, furono anche chiamati "Duodecimani", o "Imamiti". Essi dichiararono che l'Imam "occultato" seguitava ad agire comunque tramite suoi rappresentanti (wakīl) ma la catena di morti precoci e di omicidi (determinati dagli Abbasidi, dissero gli Imamiti) creò ulteriori difficoltà e, con la morte del quarto e ultimo wakīl nel 940, nessun altro venne designato. Tale data segna l'inizio del "Grande Occultamento" che continua fino ad oggi.

Nell'attesa dell'epifania dell'ultimo Imam, nessun potere politico è pienamente legittimo. La Rivoluzione Islamica del 1979 in Iran ha in parte modificato questo atteggiamento, stabilendo il potere del giurisperito (velāyat-e faqih) che, pur non esente da difetti ed errori, cerca di creare e gestire una società islamica quanto più giusta possibile e preparare le condizioni per il ritorno dell’Imam Atteso.

Sotto il profilo giurisprudenziale i Duodecimani, o Imamiti, sono anche definiti Giafariti (da Jaʿfar al-Ṣādiq) mentre in arabo il termine spesso impiegato è Ithnā ʿashariyya, visto che il numero dodici viene reso dalla parola ithnā ʿashara o, in alternativa Imāmiyya.

Bibliografia[]

  • Biancamaria Scarcia Amoretti, Sciiti nel mondo, Roma, Jouvence, 1994.
  • William Montgomery Watt, Breve storia dell'Islam, Bologna, Il Mulino, 2001.

Voci correlate[]

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