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La Kaʿba (in arabo كعبة), talvolta scritta Kaaba, ossia cubo, è una costruzione che si trova nella Masjid al-Haram, al centro della Mecca, Arabia Saudita, e costituisce il luogo più sacro dell'Islam.

Storia[]

In età preislamica l'edificio (più piccolo dell'attuale) era dedicato al culto della divinità maschile di Hubal, per poi essere successivamente identificata dall'Islam come il primo tempio dedicato al culto monoteistico fatto discendere da Dio (OeE) direttamente dal Paradiso.[1]

La tradizione islamica ricorda come il primitivo edificio fosse stato distrutto dal Diluvio Universale,[2] non prima che se ne fosse messo in salvo un pezzo: la Pietra Nera, nascosta nelle viscere di una montagna presso La Mecca ed estratta per la sua opera di riedificazione da Ibrāhīm (l'Abramo biblico, pbsl) aiutato dal figlio Ismāʿīl (l'Ismaele biblico, pbsl), che collocarono la Pietra Nera all'altezza di circa 1 metro e mezzo dal suolo, nell'angolo di Sud-Est dell'edificio, dove è poi rimasta incastonata dopo i danni subiti in un successivo incendio.

Secondo le medesime tradizioni (le uniche in nostro possesso che parlino non fuggevolmente dell'edificio) i Banu Quraysh della Mecca avrebbero però aperto le porte del santuario a un gran numero di altre divinità venerate in tutta l'Arabia, così da promuovere alla sosta i mercanti provenienti per i loro affari nella città e richiamare altri pellegrini, traendone i relativi lucrosi vantaggi.

Muhammad (pbsl), che avrebbe partecipato da giovane ad uno dei restauri della Kaaba, eliminò ogni idolo dal suo interno al momento della sua conquista della Mecca nel 630, sanzionando con un pellegrinaggio il rituale da seguire in futuro per il hajj, che alla Mecca ha per l'appunto uno dei suoi punti di preghiera collettiva più imponenti, qualificati e belli.

La Kaaba ha subìto nei secoli vari danneggiamenti e se, nel passato preislamico, la povertà dei materiali e della malte portava sovente al suo diroccamento in occasione degli improvvisi per quanto rari rovesci di pioggia, che gonfiavano i letti dei torrenti (wādī) e che scaricavano poi le loro impetuose acque nell'avvallamento in cui sorgeva appunto il santuario, un rovinoso incendio all'epoca della guerra civile che contrappose ʿAbd Allāh ibn al-Zubayr agli eserciti califfali guidati da al-Ḥajjāj b. Yūsuf costrinse i vincitori omayyadi a un profondo restauro che non fu meramente conservativo.

Dimensioni[]

Misura 11,30 × 12,86 metri di lato, per un'altezza di 13,10 metri. Prima dell' avvento dell'Islam era di misure assai più contenute, con un ingresso sopraelevato e senza tetto.[3]

Esterno[]

Sul lato nord-est vi è la porta di accesso, difesa da inservienti e dalla speciale polizia incaricata di sovrintendere alla tranquillità dei riti religiosi impedendo l'ingresso ai fedeli più eccitati. A breve distanza dal lato nord-occidentale corre un basso muretto (hatīm) che delimita un'area interdetta al calpestìo e che si crede sia stato il luogo di sepoltura di Ismaele (pbsl) e della madre Hāgar. Tutta l'area circostante l'edificio (matāf) sarebbe stato il luogo d'inumazione di un altissimo numero di profeti che avrebbero preceduto Muhammad (pbsl).

Nell'angolo est della Kaʿba è incastonata a circa un metro e mezzo d'altezza la Pietra Nera, un blocco minerale nero grande quasi come un pallone, di probabile origine meteoritica.

Il mizāb della Kaʿba è il canaletto di gronda dorato presente a circa metà del lato nord-occidentale, che sporge perpendicolarmente al muro. Permette alle acque piovane di defluire dal tetto ed è dotato di un gocciolatoio chiamato "barba del mizāb".

La kiswa[]

L'edificio è normalmente coperto da una kiswa, un preziosissimo tessuto serico di colore nero, riccamente intessuto di lamine d'oro che ripropongono scritte coraniche. Tale rivestimento viene rinnovato ogni anno. La vecchia kiswa ogni anno è tagliata in pezzi che si distribuiscono ai fedeli che lo conservano come preziosa reliquia.

Interno[]

All'interno, normalmente accessibile solo agli inservienti e alle personalità più illustri che ne hanno la custodia (attualmente la famiglia reale saudita), la Kaʿba ospita un pozzo, ormai essiccato, che in antico era chiamato al-Akhsaf o al-Akhshaf, un tempo (prima dell'arrivo dell'Islam) destinato a raccogliere il sangue delle vittime sacrificali e a conservare il tesoro della divinità, mentre 3 colonne interne, equidistanti tra loro, allineate in direzione della maggior lunghezza, sorreggono il peso del tetto.

Direzione della Kaaba[]

Col termine qibla si indica la direzione[4][5] in cui si trova il santuario della Kaʿba a cui deve rivolgere il proprio viso il devoto musulmano quando sia impegnato nella Ṣalāt (preghiera). Il punto esatto, detto Qibla assoluta, verso cui andrebbe diretto il viso, è quello mediano tra la mizāb e l'angolo nord. Questo è importante pregando idealmente, o da distanza ravvicinata.

Note[]

  1. Claudio Lo Jacono, "Le religioni dell’Arabia preislamica e Muhammad", in Islām, a cura di G. Filoramo, Roma-Bari, Laterza, 1999.
  2. Cfr, al-Azraqi, Akbār Makka (Le cronache di Mecca), Beirut, Dar al-Andalus, 1986.
  3. Leone Caetani, Annali dell'Islam, Milano, Hoepli, I, p. 174.
  4. Qibla Direction
  5. Direzione della Qibla

Bibliografia[]

  • Christiaan Snouck Hurgronje, Mekka, L'Aia, 1888-89, 2 voll.
  • Christiaan Snouck Hurgronje, Il pellegrinaggio alla Mecca, Torino, Einaudi, 1989 (trad. dell’orig. olandese Het Mekkanische feest, Leida, E. J. Brill, 1880).
  • Maurice Gaudefroy-Demombynes, Le pèlerinage à la Mekke. Étude d'histoire religieuse, Parigi, P. Geuthner, 1923 (Annales du Musée Guimet: Bibliothèque d'études ; 33).
  • al-Azraqī, Akhbār Makka (Notizie su Mecca), rist. dell’ediz. orig. del 1934 curata da Rushdī al-Sālih Malhas, 2 voll., Beyrut, Dar al-Andalus, 1986.

Voci correlate[]

Collegamenti esterni[]

https://en.wikipedia.org/wiki/Kaaba

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