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I Malikiti (detti anche malichiti) sono quei musulmani sunniti che seguono il madhhab (scuola giuridico-religiosa) fondato sulla scia dell'insegnamento di Mālik ibn Anas di Medina (m. 796).

Tale scuola tende a considerare fondamentale nelle indicazioni dei criteri interpretativi il rispetto dei modelli religiosi, sociali e giuridici emersi a Medina, sui quali esisteva un consenso unanime (ijmāʿ) dei colti della città stessa.

Inoltre, pur accettando che le fonti principali del diritto islamico siano il Corano innanzi tutto e la Sunna poi (con il Corano costituenti la Shari'a), il malikismo accetta l'ijmāʿ e, come criterio accessorio, l'istiḥsān (الاستحسان, "il sembrar buono". [1]). L'importanza tutt'altro che marginale attribuita dalla scuola giuridica al retto giudizio del giurisperito (faqīh) diventa quindi un'opinione personale (raʾī) di notevole peso per la sua vasta alle numerose fattispecie giuridiche che non risultavano normate convenientemente dalle prime tre fonti del diritto, vista la complessa trasformazione della società islamica nei secoli.

La scuola giuridica malikita, un tempo diffusa anche in Sicilia e in al-Andalus, è quella decisamente prevalente oggi in tutto il Nordafrica.

I massimi esponenti del pensiero del loro caposcuola furono Muḥammad ibn al-Ḥasan al-Shaybānī (m. 805), il qayrawanese Saḥnūn (776-854) e Ibn Abī Zayd al-Qayrāwānī (m. 996).

Note[]

  1. Saḥnūn, Mudawwana al-kubrā, ed. Il Cairo, 1905, XVI, p. 217.

Bibliografia[]

  • David Santillana, Istituzioni di diritto musulmano malichita, con riguardo anche al sistema sciafiita, Roma, Istituto per l'Oriente, 1925-1938, 2 voll.
  • al-Muwaṭṭāʾ - Manuale di legge islamica, (a cura di Roberto Tottoli), Torino, Einaudi, 2011, 818 pp.
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