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Il qāḍī (قاضى) o cadì (in lingua turca) era un magistrato musulmano di nomina politica cui si demandava in epoca classica l'amministrazione della giustizia ordinaria.

Il fatto di non essere sempre adeguatamente edotto nelle cosiddette "scienze religiose" ( al-‘ulūm al-dīniyya ) creava non infrequentemente difficoltà nell'azione di giudizio, essendo la massima parte delle leggi derivate dal Corano e ai hadīth riferentesi alla tradizione del profeta Muhammad (pbsl), entrambe fonti uniche della sharī‘a, laddove l'apparato regolamentario era spettanza del potere politico ( siyāsa shar‘iyya ).

Ciò esigeva che spesso il qāḍī fosse costretto a rivolgersi a un ‘ālim che, esperto nelle questioni più squisitamente giuridiche, assumeva la più precisa denominazione di faqīh (da fiqh, "diritto", distinto tuttavia dalla sharī‘a ) o, nel momento in cui doveva rilasciare un suo parere - più o meno vincolante a seconda dell'appartenenza sua e del qāḍī alla medesima scuola giuridica ( madhhab ) - al mufti, unico incaricato di emettere una fatwa.

Dal secolo XIX la sua giurisdizione non si estende più a tutto il diritto civile e penale, ma è limitata al diritto familiare.

Il Kazi ottomano[]

I Qadi, nell'impero Ottomano, erano chiamati Kazi ed erano competenti territorialmente su un Cazà o un più piccolo Kadiluk.
Le funzioni di un Kazi erano più estese di quelle di un giudice attuale; oltre all'applicazione delle leggi, i giudici del Kadiluk e della Kaza erano competenti su questioni quali la fiscalità e la coscrizione militare.[1][2]

Voci correlate[]

  • Alcade
  • Cazà
  • Sangiaccato (suddivisione amministrativa)
  • Kadiluk

Note[]

  1. Template:Cita libro
  2. Template:Cita web "These records mirror the diversity of the kadi's responsibilities in the Ottoman city"
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