- « Zirr Ibn Hubaysh radiyaLlahu ‘anhu rapporta: “Andai da Safwan ibn ‘Assal al-Muradi radiyaLlahu ‘anh che mi disse: Cosa ti porta?. Dissi: Vengo a prendere la scienza. Disse: Ho sentito il messaggero di Allah (pbsl) dire: “Ogni volta che una persone esce da casa in cerca di scienza, gli angeli gli spiegano le loro ali, come segno di accettazione di ciò che ha fatto”. »
Sunna, At-Tirmidhi, Ibn Maja, Ibn Hibban e Al-Hakim
- « Anas radiyaLlahu ‘anhu rapporta che il messaggero di Allah (pbsl) ha detto: “Ogni persona che esce da casa propria in cerca di scienza, è sul sentiero di Allah (fi sabiliLlah) fino al suo ritorno” »
Sunna, At-tirmidhi
Le opere di scienza e tecnica islamica sono le opere dell'ingegno umano prodotte ed esercitate in tutto il mondo musulmano.
Esse presentano, tuttavia, alcune caratteristiche culturali che non sono necessariamente d'ordine religioso.
Visti questi versetti, i musulmani sia sunniti che sciiti che ibaditi, dal Marocco all'Indonesia, devono lottare che vi sia l'istruzione obbligatoria e gratuita sia per i maschi che per le femmine fino ai 18 anni, ugualmente, nelle scuole statali, ove l'ora di religione sia riservata allo studio dell'Islam, come i paesi occidentali hanno lo studio della religione cristiana nell'ora di religione.
Inoltre vorrei far qui notare un certo risorgere oggidì dell'atteggiamento scientifico islamico delle origini e dei secoli dorati dell'Islam, facendo notare che (per esempio) in Giordania, ad Amman, è stato acceso il primo acceleratore di particelle mediorientale, il Sesame. Ecco il link su ansa: http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/fisica_matematica/2017/01/13/acceso-sesame-lacceleratore-di-particelle-del-medio-oriente_32466860-de1c-11e6-9836-00505695d1bc.html
Nei suoi scritti al Ghazali mostrò giustamente i singoli punti di alcuni filosofi arabi neo aristotelici e neo platonici che non coincidevano col Corano e fu per questo frainteso dai contemporanei e successori nel senso di non sviluppare la scienza (per quanto il Corano dica il contrario) e di chiudere il Bab al-ijtihad, la porta dell'interpretazione coranica, fino a quel momento aperta e che creò i 4 madhab o scuole sunnite.
Può darsi che l'atteggiamento islamico di chiusura dei secoli successvi fosse dovuto alla crisi economica e politica data dall'espansione mongola e dalla chiusura della via della seta attraverso i domini islamici che tassavano le merci e che obbligò gli occidentali a trovare una rotta a ovest per raggiungere le indie.
NB: Alcuni dicono che i musulmani potrebbero accettare la scienza quando non in contraddizione con il santo Corano: insomma se qualche singola nozione scientifica contraddice il Corano non si accetta (a volte la scienza sbaglia, per esempio nel 1600 in Europa i medici prescrivevano i salassi per curare i malati e così li uccidevano, oggi la scienza sa che era così), ma se non c'entra nulla con ciò che contiene il Corano (tipo le tecniche di idraulica o elettronica) o se addirittura conferma il Corano (si vedano i "miracoli scientifici del Corano") l'Islam potrebbe anzi dovrebbe accettarla. Se in futuro la scienza cambiasse qualche nozione accettata dall'Islam e questo cambiamento andasse contro il Corano, allora i musulmani non accetterebbero questo cambiamento, continuando ad accettare il resto. I "miracoli scientifici del Corano" sono i passi scientifici del Corano - come le radici delle montagne, le acque che non si mischiano - confermati dalla scienza attuale del XX sec.
L'età d'oro della scienza musulmana (VIII secolo-XIV secolo)[]
Con il termine "scienza islamica" e "tecnica islamica" ci si riferisce al prodotto della sensibilità o della riflessione razionale non solo dei musulmani ma anche dei cristiani, degli israeliti o dei zoroastriani che vivevano (e tuttora in parte vivono) sotto la dominazione politica islamica.[1]
A tali minoranze, anzi, va riferita parte non secondaria della produzione artistica e scientifica impropriamente definita "islamica" (che dovrebbero semmai essere definita "di area islamica").
Alcuni esempi a tal proposito sono i medici della famiglia nestoriana dei Bakhtīshū‘ (che operarono nella Casa della Sapienza abbaside) e l'ebreo Maimonide.
Per "scienza islamica" s'intende quindi l'insieme delle diverse discipline scientifico-matematiche (fisiche, chimiche, e quant'altro) sviluppatesi in ambito geopolitico musulmano e generalmente formalizzate in arabo o (più raramente) in un'altra lingua parlata nel mondo islamico (ad esempio persiano, turco o hindustano).
Tali discipline del pensiero umano si sono prevalentemente sviluppate nel Medioevo cristiano (categoria storiografica che è impossibile applicare alla cultura islamica coeva che viveva il suo periodo di massimo fulgore, tanto che è invalso l'uso tra gli studiosi specialisti di parlare del periodo che va dall'VIII al XIV secolo come dell'età d'oro della scienza musulmana.
I primi passi della cultura scientifica furono mossi infatti nella seconda metà del VII secolo a Damasco, sotto gli ultimi Omayyadi per svilupparsi poi a Baghdad con i primi Abbasidi. Gli Abbasidi in particolare furono convinti sostenitori dell'opportunità di far proprio il pensiero delle culture assoggettate (per molti versi assai più progredite del relativamente povero mondo arabo), che si trattasse di cultura greca, copta, ebraica, persiana, indiana e persino cinese. I primi indispensabili passi furono perciò quelli di stimolare e proteggere l'attività traduttoria, volgendo in lingua araba opere classiche dell'antichità, tanto nel campo della fisica, della matematica, dell'astronomia, della medicina e delle scienze naturali (botanica, zoologia, mineralogia). Tali traduzioni contribuirono alla nascita di una cultura araba "classica"[2] fungendo da volano per il successivo autonomo lavoro di ricerca di studiosi musulmani e furono di importante ausilio anche per il più tardo Rinascimento italiano ed europeo, che senza l'opera dei traduttori d'ambito islamico non avrebbero potuto conoscere tanti testi della sapienza antica che in ambito latino si erano quasi del tutto perduti.
Personalità scientifiche[]
Alcuni studiosi dell'età d'oro della scienza musulmana furono:
- l'alchimista Jabir ibn Hayyan (VIII secolo-IX secolo), il quale identificò per primo molte sostanze chimiche, tra cui l'acido solforico e l'acido nitrico; Jabir ibn Hayyan inoltre descrisse per la prima volta i processi di sublimazione, riduzione e distillazione;
- i fratelli Abu Ja'far Muhammad ibn Mūsā ibn Shākir, Ahmad ibn Mūsā ibn Shākir e al¬Hasan ibn Mūsā ibn Shākir, chiamati "Banu Musa"; essi si dedicarono alla traduzione in arabo di antichi testi, studiarono la geometria dei coni e delle ellissi e svolsero calcoli astronomici; a loro si deve il "Libro dei meccanismi ingegnosi" (in arabo كتاب الحيل Kitab al-Hiyal);[3][4][5]
- al-Kindi (801–873) si dedicò alla traduzione di testi dal greco antico all'arabo, svolse studi sulla crittografia e scrisse un testo sullo spazio, il tempo e i moti relativi;[6]
- Hunayn ibn Ishaq (809–873) tradusse molte opere dal greco antico all'arabo e si dedicò alla medicina, in particolare scrisse un trattato sull'occhio;
- Abbas ibn Firnas (810–887) mise a punto un particolare vetro trasparente utilizzato per costruire recipienti per bevande e lenti d'ingrandimento o per il miglioramento della vista; inoltre è conosciuto per essere sopravvissuto ad un tentativo di volo controllato;[7]
- Thabit ibn Qurra (835–901), autore di traduzioni dal greco di testi sulla matematica e l'astronomia; a lui si deve la risoluzione di un problema di scacchi che coinvolgeva serie esponenziali;[8]
- al-Khwarizmi (VIII-IX secolo) fu un matematico, geografo e astronomo; a lui si deve l'adozione del sistema di numerazione arabo a partire dal sistema di numerazione indiano; a lui si deve inoltre lo sviluppo dell'algebra e introdusse metodi di semplificazione delle equazioni;
- al-Battani (850–922) diede il suo contributo all'astronomia calcolando in maniera accurata la durata di un anno solare e contribuendo alla scrittura di tavole astronomiche (dette "zij"), utilizzate per prevedere la posizione degli astri nel cielo; al-Battani scrisse inoltre tavole numeriche per calcolare la direzione della Mecca da luoghi differenti;
- Abu Bakr Zakariya al-Razi (854–925/935 circa) contribuì nell'ambito della medicina, identificando il vaiolo e il morbillo e riconobbe la febbre come meccanismo di difesa del sistema immunitario;
- al-Farabi (870–950 circa) fu un matematico e filosofo che descrisse dal punto di vista geometrico i motivi ornamentali caratterizzanti l'architettura islamica;[9]
- Ibrahim ibn Sina, detto "Avicenna" (908–946) fu un fisico, astronomo e matematico; fu autore del trattato intitolato "Il canone della medicina" (in arabo القانون في الطب), indagò sulle proprietà della luce e contribuì allo sviluppo di diverse tecniche matematiche, tra cui la prova del nove;[10]
- Abu al-Qasim al-Zahrawi (936–1013) svolse attività di chirurgo, testimoniata dal suo trattato dal titolo "Al-Tasrif" (in araboكتاب التصريف لمن عجز عن التأليف), dove descrive strumenti e procedure chirurgiche;
- ibn al-Haytham (965–1040) contribuì alle ricerche sull'astronomia e l'ottica, studiando gli effetti della rifrazione della luce;
- al-Zarqali (1028–1087) fu un artigiano esperto nella lavorazione del metallo; costruì macchinari accurati, tra cui un astrolabio e un orologio ad acqua; fu anche astronomo e matematico, svolgendo in particolare studi accurati sul movimento del Sole;[11]
- Ibn Khalaf al-Muradi (XI secolo) contemporaneo di al-Zarqali. È noto per un trattato di ingegneria meccanica, Kitāb al-Asrār fī natā'ij al-afkār (Libro dei segreti risultanti dai pensieri), oggetto di studio e traduzione nel 2008, dedicato alla descrizione di ingegnosi automi meccanici.
- Omar Khayyam (1048–1131) fu un matematico e poeta; calcolo la durata dell'anno solare con esattezza fino alla quinta cifra decimale e ottenne la soluzione geometrica di tutte le 13 forme di equazioni cubiche;
- al-Idrisi (1100–1166) fu un esploratore, cartografo e geografo; a lui si deve il trattato "Tabula Rogeriana", commissionatogli da Ruggero II di Sicilia, nella quale descrive le culture, le condizioni climatiche e le risorse di tutto il mondo conosciuto a quel tempo;
- Averroè (1126–1198) fu un filosofo, medico, matematico e giurisperito arabo.
- ibn al-Nafis (1213–1288) fu un fisico che praticò medicina all'ospedale al-Mansuri del Cairo; in un suo commentario descrisse la circolazione polmonare;[12]
- Nasir al-Din al-Tusi (1201–1274) fu un matematico e astronomo persiano; diede un notevole sviluppo alla trigonometria e compilò la più accurata tavola astronomica del suo tempo (intitolata "Zij-i Ilkhani").[13]
- Ibn Khaldun (1332-1406) è stato il massimo storico e filosofo del Maghreb, e viene considerato un sociologo ante litteram delle società araba, berbera e persiana. È uno dei padri fondatori della storiografia e della sociologia, ed è considerato uno dei primi economisti.
Distacco e riavvicinamento tra mondo islamico e mondo occidentale (XIV secolo-XXI secolo)[]
Nei secoli successivi al XIII secolo, fra il mondo occidentale e quello islamico si è gradualmente accentuata una diversa interpretazione della scienza e degli ambiti di competenza degli studi scientifici. Il mondo islamico, dal XIV al XVIII secolo è rimasto maggiormente legato ad una visione tradizionale della scienza, rispettosa della descrizione dell'uomo e dell'universo, divulgata dai filosofi e dai teologi islamici.
Tra le tante conseguenze di questo indirizzo, si era venuto a creare un gap tecnologico nei confronti del mondo occidentale. Per questo motivo, il sultano dell'impero ottomano, Mahmud II, all'inizio del XIX secolo, e il fondatore dell'Egitto moderno Muhammad Ali Pasha, ravvisando l'eventuale declino politico-militare dell'impero, e del mondo islamico, volsero lo sguardo verso l'Europa, cercando qualche punto di contatto tra il mondo tradizionale islamico e il continente europeo avviato verso una sempre maggiore modernità e secolarizzazione.[14]
Un secondo punto di incontro tra l'Europa e il mondo islamico fu promosso da Ataturk, fondatore e primo presidente della Repubblica Turca, che profuse notevoli sforzi per diffondere le scienze e le conoscenze moderne presso i suoi connazionali, tramite una serie di riforme scolastiche e una campagna di informazione.
Proprio in quegli anni, nel 1883, Ernest Renan, con il suo saggio L'Islamisme et la science, rivolse al mondo islamico l'accusa di inabilità a produrre scienza, inducendo una replica da parte di importanti esponenti islamici chiamati in causa, quali il politico e nazionalista afgano Jamal al-Din Asadabadi, l'artista e intellettuale turco Namik Kemal. Questi ultimi sostennero la tesi che la visione della scienza occidentale era parzialmente distorta e antireligiosa e quindi da correggere. Il dibattito diffusosi nel mondo islamico, sulla scia di questa polemica, fu fertile e produsse anche un secondo movimento di opinione, invocante, invece, un percorso di modernizzazione simile a quello proposto dal modello europeo. Grazie a questi innovatori, le correnti e le teorie scientifiche proposte dal mondo occidentale, sono comunque penetrate nel mondo islamico.
Nel corso del XX secolo, i metodi, i criteri, il senso e lo scopo della scienza contemporanea sviluppati dal mondo occidentale, sono stati indagati da varie correnti di pensiero islamiche, che hanno individuato varie visioni della scienza, tra le quali citiamo: una visione etica, la più seguita nel mondo islamico, che prevede una neutralità e oggettività della scienza e l'aggiunta di una dimensione etica alla pratica e all'insegnamento della scienza stessa; un'altra posizione è epistemologica, ed enfatizza soprattutto la storia e la sociologia della scienza; un'ultima visione, infine, è metafisica, e propone una chiara visione della natura e dell'universo basata sui principi della tradizione islamica.[14]
Dopo quattro secoli di oscuramento della pratica scientifica, e visto che nel XX secolo gran parte della scienza e della tecnologia è stata importata dall'Occidente, gli studiosi islamici si chiedono se la loro civiltà riuscirà a trovare un paradigma ideale, che consenta di far rifiorire la loro antica tradizione scientifica, mantenendo una perfetta armonia con la visione religiosa del mondo e dell'uomo.[15] Comunque ci sono anche scienziati musulmani che hanno dato oggigiorno un contributo sostanziale alla scienza, come:
- Abdus Salam (Jhang, 29 gennaio 1926 – Oxford, 21 novembre 1996) che è stato un fisico pakistano, Premio Nobel per la Fisica nel 1979 (il modello standard della fisica si basa sui suoi studi sull'unificazione elettrodebole);
- Claude Cohen-Tannoudji (Costantina, 1º aprile 1933) che è un fisico algerino-francese, insignito, assieme a Steven Chu e William Phillips, del premio Nobel per la fisica nel 1997.
- Ahmed Zewail (Damanhur, 26 febbraio 1946) che è un chimico e fisico egiziano naturalizzato statunitense, vincitore del premio Nobel per la chimica nel 1999.
- Zaha Hadid (Baghdad, 31 ottobre 1950 – Miami, 31 marzo 2016) è stata una donna architetto e designer irachena naturalizzata britannica. Ha ricevuto il Premio Pritzker nel 2004 (prima donna a ottenerlo) e il Premio Stirling nel 2010 e nel 2011.
- Maryam Mirzakhani (Teheran, 5 maggio 1977 – Palo Alto, 15 luglio 2017) è stata una matematica iraniana. Nel 2014 è stata la prima donna a vincere la Medaglia Fields, oltre che la prima persona di cittadinanza iraniana a ricevere il riconoscimento.
Note[]
- ↑ Bernard Lewis, Islam, L'Islam et les autres religions, Parigi, Éd. Quarto Gallimard, 2005 (ISBN 978-2-07-077426-5), p. 454.
- ↑ Alcune opere alessandrine di matematica, geometria, astronomia o di meccanica (come il libro dei congegni pneumatici di Filone di Bisanzio).
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- ↑ 14,0 14,1 "Three Views of Science in the Islamic World" di Ibrahim Kalin, College of the Holy Cross.
- ↑ "Islam and Science: Notes on an Ongoing Debate" di Ibrahim Kalin, College of the Holy Cross.
Bibliografia[]
- Sayyed Hossein Nasr, Scienza e civiltà nell'Islam, Milano, Feltrinelli, 1977 (trad. dell'orig. Science and Civilization in Islam, New York, New American Library, Inc., 1968)
- Juan Vernet, La cultura hispanoárabe en Oriente y Occidente, Barcelona-Caracas-Mexico, Editorial Ariel, 1978.
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Voci correlate[]
- Scienziati e studiosi del mondo arabo-islamico
- Contributo islamico all'Europa medievale
- Grande jihad
Collegamenti esterni[]
https://it.wikipedia.org/wiki/Scienziati_e_studiosi_del_mondo_arabo-islamico